Capitolo 3: Languoreth
Languoreth si sporse dal parapetto in cima ad Alt Clut, fissando dall'alto la banda di uomini a cavallo che avevano appena varcato la palizzata entrando nella spianata ai piedi della Rocca. Riusciva a udire, fin da lassù, le loro voci e i loro schiamazzi, mentre smontavano da cavallo e cominciavano a scalare a piedi lo scosceso pendìo su per la Rocca. Dovevano senz'altro essersi divertiti un sacco a giudicare dalle loro risate, pensò Languoreth, risentita. Decise infine di ritirarsi e attendere Riderch nella propria abitazione. Sarebbe arrivato di lì a breve.
Fortunatamente i bambini stavano giocando nella capanna di Gwladus. Era molto meglio così, non avrebbero assistito a ciò che stava per succedere.
Dopo un bel po', anticipato dal rumore dei suoi passi, Riderch entrò, portando con sé nell'abitazione un odore di sudore. Come se nulla fosse, vedendo Languoreth lì in piedi ad attenderlo, le andò incontro con un sorriso: «Salute, mogliettina».
Languoreth si scostò e gli diede uno schiaffo in pieno volto.
Ciò ebbe l'effetto di togliere il sorriso dalle labbra di Riderch che, dopo essere rimasto attonito per un breve istante, rispose a suo modo, sarcastico: «Ti amo anch'io, mia cara».
Languoreth lasciò sfogare la sua furia: «Mi prendi per un'idiota? Di chi hai scaldato il letto questa volta?».
«Ora stai esagerando», fece Riderch, digrignando i denti.
«Esagerando, dici?!», urlò Languoreth, ormai fuori di sé: «Le voci sui tuoi bagordi circolano fin qui! Cosa penseranno i nostri figli di loro padre, quando cresceranno? Cosa vedranno in te?».
«Vedranno loro padre, un principe di Alt Clut!», disse Riderch con tono imperioso, alzando a sua volta la voce.
«Il principe-buono-a-nulla!», ribatté lei, esasperata.
Per un istante Languoreth vide un lampo di rabbia balenare negli occhi del marito. Poi egli si voltò e si tolse gli abiti sudati.
La principessa non aveva intenzione di lasciar cadere la questione: «Voci sulle tue scorribande nei bordelli di Peartoc sono giunte fino agli orecchi di tuo padre, me ne ha parlato questa mattina!».
Riderch si girò a guardarla, colpito da quelle ultime parole. Rimasto nudo, si sedette sul soffice pelo del letto. Languoreth non poté non lasciar correre lo sguardo sui familari contorni del corpo del marito, ancora giovane e forte, e la sua rabbia si stemperò.
«Mio padre? Cosa ti ha detto?», chiese Riderch con un tono preoccupato.
«Dovresti chiedere a lui», rispose Languoreth, stancamente: «Mi ha detto che non vi parlate da un'eternità e che le voci su di te le sente dal chiacchiericcio che giunge fin nel salone reale».
Il volto di Riderch tradiva una vera preoccupazione, ora. Languoreth vi vide per un attimo un'espressione simile a quella che il marito aveva avuto quando Acgarat era caduta dal parapetto e aveva rischiato di morire.
Non era il momento di mollare, si disse Languoreth, e insisté: «Riderch, non abbiamo mai lasciato Alt Clut da quando ci siamo uniti in matrimonio. Viaggiamo con i bambini da qualche parte, per qualche tempo!».
Lo sguardo di Riderch cambiò rapidamente, si fece più guardingo, forse sospettoso. Aggrottò la fronte e replicò con tono di sfida: «Cos'è questa storia? Ancora con le fantasie di quanto vivono meglio in Elmet e nel Rheged, con vesti di seta e monete d'oro?».
«Niente di ciò!», urlò la principessa a tutta voce: «Sono semplicemente stanca di sopportare i pettegolezzi e provare vergogna per la tua reputazione, mi sento soffocare qui!».
Riderch non si scompose: «Languoreth, la nostra vita è qui. Qui hai il tuo ruolo di madre, e di membro del clan reale. E poi», aggiunse dopo un attimo, «pensi che il re, mio padre, ci lascerebbe andare via così, senza un motivo particolare?».
La voce di Languoreth fremette d'ira: «Quand'è così, vorrà dire che anch'io mi seglierò qualche mio... favorito... incurante dei bisbigli d'infamia che senz'altro arriveranno agli orecchi di tuo padre».
Riderch sembrò scuotersi d'un tratto, e la sua voce diventò più morbida: «Languoreth... ma io ti amo davvero. Avremmo tre figli se così non fosse?».
Lei sentiva di essere sull'orlo delle lacrime, mentre urlò: «Provalo, allora!».
Riderch, lentamente, si alzò in piedi e disse in tono profondo: «Va bene, cara, parliamone, parliamo di quello che vuoi fare». Si avvicinò a lei, che stava per piangere, la abbracciò e la strinse con delicatezza al suo petto nudo.
Pur nello stato d'animo esasperato in cui si trovava, al contatto col corpo di lui Languoreth si sciolse in un sommesso pianto liberatorio e provò intimamente il dolce sollievo della vittoria.
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